sabato 16 maggio 2015

Sono un architetto pentito
Capitolo 7

7 - LA SPECULAZIONE EDILIZIA:
malgrado tutto una occasione mancata (!!!)

  Abbiamo visto nei capitoli passati che  nonostante un forte fermento negli anni sessanta teso a promuovere le premesse ideologiche e tecniche per una trasformazione dell'habitat umano in senso moderno ed industriale;   nonostante vi siano state delle grandi occasioni di investimento nell'edilizia pubblica (legge 167 e di edilizia economica e popolare) e privata (cooperative, ma anche costruttori che invece di sviluppare quartieri tecnologicamente ed urbanisticamente avanzati, hanno fatto mere operazioni da "palazzinari"); 
  nonostante si sia creata quella energia indotta provocata dalla spinta dell'urbanesimo e della pressione demografica, che ha trasformato città storiche in megalopoli;       nonostante tutte queste condizioni favorevoli.., le città si sono accresciute con criteri e standards abominevoli, non riconducibili in maniera riduttiva soltanto alla "speculazione edilizia".

  LA SPECULAZIONE EDILIZIA: termine eccessivamente inflazionato nel primo dopoguerra democristiano del boom edilizio dal '63 in poi, ed oggi ripetuto a memoria forse senza conoscerne il significato e l'origine.

  E' appunto del '63 il film di Francesco Rosi "Le mani sulla città". 
  "In un degradato quartiere di Napoli, un palazzo crolla a causa dei lavori di demolizione ad esso adiacenti, causando morti e feriti.
  Responsabile del disastro, l'imprenditore edile Edoardo Nottola viene coinvolto in un'inchiesta da cui esce senza ripercussioni giudiziarie, ma inevitabilmente compromesso agli occhi del partito di Destra per cui è consigliere comunale.
  I compagni lo abbandonano e il suo nome alle elezioni viene ritirato, ma Nottola, inflessibile e protervo, attinge ad ogni risorsa del suo potere e, spalleggiato da alcuni consiglieri corrotti, diviene il primo candidato nel gruppo di Centro.
  Solo l'opposizione di Sinistra sembra decisa a contrastare la prepotente ascesa del costruttore.
  A guidarla è il consigliere De Vita che, dopo accurate indagini, porta alla luce il coinvolgimento di Nottola e dei suoi seguaci nella conquista di un appalto su cui poggiano cospicui interessi economici e politici. Nel frattempo, il quartiere afflitto dal recente disastro subisce un'ordinanza di sfratto che provoca la sommossa dei suoi occupanti, sfociando in duri scontri con le forze di polizia. Nonostante il malcontento popolare, i disordini dovuti al rovesciamento della maggioranza e la tenace resistenza dei suoi oppositori, Nottola otterrà comunque la carica di assessore all'edilizia, provocando profonde fratture anche nella Destra. Questa, con i suoi rappresentanti più compromessi, tornerà infine ad appoggiarlo per il proprio tornaconto."   (da Rai International on line)

   Che cosa è stata la "Speculazione Edilizia".
  Un torbido connubio tra interesse privato e politica, tipica del regime democristiano di allora: un imprenditore, in silenzioso accordo con politici del suo partito, acquista una vasta area agricola, spesso in disuso, lontana dalla città, nemmeno tangente ad essa, proprio per poterla acquistare a poche lire.
  Il Comune, trasformando improvvisamente il proprio Piano Regolatore, (ma anche spesso senza trasformarlo, agendo di iniziativa propria in assenza di un preciso strumento urbanistico, o in deroga allo strumento esistente), costruisce nell'area intermedia tra la città ed il terreno, in questione investendo denaro pubblico, tutte quelle attrezzature ed urbanizzazioni primarie e secondarie di cui quel terreno avrà bisogno per essere utilizzato per costruzioni residenziali.
  (per urbanizzazioni primarie si intendono strade, fogne, linee di elettricità e gas, linee di trasporto pubblico; per urbanizzazioni secondarie si intendono i servizi di ordine superiore, scuole, ambulatori, poste, etc).

  Quindi in pratica a spese dell'Ente Pubblico, e quindi della collettività, si creava un immenso valore aggiunto a favore del Privato proprietario del terreno di periferia estrema,  pagato due soldi, ed ora sopravvalutato in forza di un enorme profitto di partenza essendo divenuto costruibile e già ricco di servizi.
  E gli Architetti spesso sono stati professionisti conniventi ed indulgenti, mordendosi tra di loro per accaparrarsi le briciole dell'immane speculazione.
   Nascevano così quegli orrendi quartieri dormitorio creati da "palazzinari" incalliti di professione delle periferie urbane:
  i quartieri degradati di Roma, cuore del potere, di tanti nomi noti: Genghini, Marchini, Ciarrapico, Armellini, Mezzaroma, Lamaro, Lodigiani (poi riscattatosi, passando alle infrastrutture);
  le Milano 2, 3, ...n, dell'allora indebitato e adesso nostro attuale Presidente del PDL o Forza Italia;
  società come le Condotte Acqua, la Salini, la Cogefar (gruppo Fiat), la Cambogi.
 Abbiamo visto che grande occasione mancata (al fine della industrializzazione  dell'edilizia in termini di più ampia e moderna tecnologia)  sia stata la realizzazione di programmi di edilizia economica e popolare, progetti PEEP all'interno della legge 167 e successive;
  o quelli realizzati da cooperative, bianche o rosse che siano;
  e addirittura i programmi dei peggiori palazzinari, che comunque potevano essere una occasione (appunto mancata) di una modernizzazione del "fare edilizia".

  D'altronde in tutte le altre branchie dell'industria il capitale privato è stato promotore ed artefice di ricerca, di innovazioni, di scoperte, di invenzioni: l'evoluzione della specie, funzionale ed estetica,  dalla carrozza all'automobile, in Italia è stata la Fiat a gestirla e portarla a buon termine;
  l'evoluzione dall'automobile,  intesa come pezzo di ferro capace di trasportarci, alla tecnologia aerospaziale ed aerodinamica dell'automobile di ultima generazione, è passata attraverso la formula uno, e quindi della ricerca di casa Ferrari, ma anche di casa Lamborghini, Bertone, Pininfarina, Abarth, etc. ... ed ancora, l'evoluzione della specie dalla macchina da scrivere ispirata al Vittoriano (il “pisciatoio di lusso”), alle più moderne macchine intelligenti, è passata attraverso la ricerca delle Olivetti, e quindi dei Di Benedetto, quindi ancora del capitale privato.

   E quindi l'investimento in ricerca ha prodotto in seguito grandi utili.
  Solo in edilizia tutto ciò non è avvenuto, anche se una enormità di capitali sono stati investiti nella crescita selvaggia delle città sotto la pressione demografica e la speculazione edilizia: da nessuna parte si producono cellule abitative carrozzate Bertone, perchè l'industria edile, con fare ottuso ed oscurantista, non ha mai investito in tal senso;
  mentre in campo automobilistico ogni accessorio viene integrato nella struttura della scocca in quanto il tutto è sottoposto ad un processo produttivo a progettazione integrale, in edilizia ogni accessorio viene aggiunto e posizionato in maniera episodica e casuale, e quindi con conseguenze antifunzionali ed antiestetiche: gli elettrodomestici sono appoggiati dovunque alla rinfusa, forse assemblati insieme o con soluzioni ad incasso, ma comunque sempre a-posteriori e post-progettati in aggiunta alla struttura;
  i mobili, i letti, i sanitari, i termosifoni, i condizionatori, sono sempre oggetti aggiunti; anche il televisore, che nelle automobili è ormai come il tom-tom incassato nel quadro comando, è aggiunto: solo ora, con l' LCD ultrapiatto, questo può apparire un quadro sul muro, ma comunque è aggiunto e appoggiato, e non integrato.

  Addirittura gli impianti vengono progettati a posteriori rispetto alla struttura principale, e ad essa poi vengono adattati, casomai sotto traccia, ma non fanno parte di una progettazione unitaria ed integrale.

  Ma anche fatti estetici e di spazio ergonomico: nelle automobili gli spigoli non sono spigoli, ma nervature curve, il tetto non è piano come invece in maniera categorica è piano il soffitto nella stragrande maggioranza delle abitazioni; i vetri sono curvi e sfumati, addirittura alcuni sono fotocromatici e fotosensibili, si muovono con il cenno di un dito su un pulsante, nelle automobili; in edilizia, rigorosamente trasparenti, rigorosamente piatti, rigorosamente rettangolari, da aprire a mano con una maniglia antidiluviana; le portiere hanno le cerniere a scomparsa, nelle automobili; nelle case, rigorosamente a vista, del tipo preistorico con tondino in alloggiamento cilindrico esterno.

  Ma il più grave è la non flessibilità degli spazi, che crescano e si modifichino a seconda delle diverse esigenze sopravvenute, delle diverse funzionalità tra giorno e notte, della diversa consistenza familiare;
   più grave è la non aggiungibilità degli spazi e delle funzioni;
  la non ripetibilità per una sana produzione industriale e di serie in grandi quantità.
  Un giorno facevo questi discorsi, ed un mio interlocutore mi disse: "meno male, altrimenti sarebbero tutte uguali, le abitazioni".
  Ed io replicai: "girati intorno, e dimmi quante macchine vedi, e se ne vedi una uguale all'altra; e dimmi invece se vedi abitazioni diverse da una sommatoria di cubi 4x4x3 nel migliore dei casi, o meglio, 3x3x3, tutte uguali".

    Continueremo questo ragionamento.
  Qui desidero solo sottolineare provocatoriamente che. per assurdo, anche la peggiore "speculazione edilizia", nonostante tutto, si potrebbe considerare una occasione mancata:

  aveva una carica ed un potenziale (l’enorme dimensione, creata dalla enorme pressione demografica, ormai esaurita e che forse non ci sarà mai più, almeno nel prossimo futuro) che non ha saputo o voluto sfruttare, (aggravandone l’aberrazione, il tutto con me consapevole e ben sapendo di stare a dire un’eresia, o, peggio, una bestemmia), come è purtroppo avvenuto anche con i tanti interventi di edilizia economica e popolare tipo 167, che erano accomunate dalla enorme dimensione di metri cubi di abitazioni gettate sul mercato.

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