Sono un architetto pentito
Capitolo 7
7 - LA
SPECULAZIONE EDILIZIA:
malgrado tutto
una occasione mancata (!!!)
Abbiamo visto nei capitoli passati che nonostante un forte fermento negli
anni sessanta teso a promuovere le premesse ideologiche e tecniche per una
trasformazione dell'habitat umano in senso moderno ed industriale; nonostante vi siano state delle grandi occasioni di investimento
nell'edilizia pubblica (legge 167 e di edilizia economica e popolare) e privata
(cooperative, ma anche costruttori che invece di sviluppare quartieri
tecnologicamente ed urbanisticamente avanzati, hanno fatto mere operazioni da
"palazzinari");
nonostante
si sia creata quella energia indotta provocata dalla spinta dell'urbanesimo e
della pressione demografica, che ha trasformato città storiche in
megalopoli; nonostante tutte queste
condizioni favorevoli.., le città si sono accresciute con criteri e standards
abominevoli, non riconducibili in maniera riduttiva soltanto alla "speculazione
edilizia".
LA SPECULAZIONE EDILIZIA: termine eccessivamente inflazionato nel primo dopoguerra democristiano
del boom edilizio dal '63 in poi, ed oggi ripetuto a memoria forse senza
conoscerne il significato e l'origine.
E' appunto del '63 il film di Francesco Rosi
"Le mani sulla città".
"In un degradato quartiere di Napoli, un
palazzo crolla a causa dei lavori di demolizione ad esso adiacenti, causando
morti e feriti.
Responsabile del disastro, l'imprenditore
edile Edoardo Nottola viene coinvolto in un'inchiesta da cui esce senza
ripercussioni giudiziarie, ma inevitabilmente compromesso agli occhi del
partito di Destra per cui è consigliere comunale.
I compagni lo abbandonano e il suo nome alle
elezioni viene ritirato, ma Nottola, inflessibile e protervo, attinge ad ogni
risorsa del suo potere e, spalleggiato da alcuni consiglieri corrotti, diviene
il primo candidato nel gruppo di Centro.
Solo l'opposizione di Sinistra sembra decisa
a contrastare la prepotente ascesa del costruttore.
A guidarla è il consigliere De Vita che, dopo
accurate indagini, porta alla luce il coinvolgimento di Nottola e dei suoi
seguaci nella conquista di un appalto su cui poggiano cospicui interessi
economici e politici. Nel frattempo, il quartiere afflitto dal recente disastro
subisce un'ordinanza di sfratto che provoca la sommossa dei suoi occupanti,
sfociando in duri scontri con le forze di polizia. Nonostante il malcontento
popolare, i disordini dovuti al rovesciamento della maggioranza e la tenace
resistenza dei suoi oppositori, Nottola otterrà comunque la carica di assessore
all'edilizia, provocando profonde fratture anche nella Destra. Questa, con i
suoi rappresentanti più compromessi, tornerà infine ad appoggiarlo per il
proprio tornaconto." (da Rai International on line)
Che cosa è stata la "Speculazione
Edilizia".
Un torbido connubio
tra interesse privato e politica, tipica del regime democristiano di allora: un
imprenditore, in silenzioso accordo con politici del suo partito, acquista una
vasta area agricola, spesso in disuso, lontana dalla città, nemmeno tangente ad
essa, proprio per poterla acquistare a poche lire.
Il Comune,
trasformando improvvisamente il proprio Piano Regolatore, (ma anche spesso
senza trasformarlo, agendo di iniziativa propria in assenza di un preciso
strumento urbanistico, o in deroga allo strumento esistente), costruisce
nell'area intermedia tra la città ed il terreno, in questione investendo denaro
pubblico, tutte quelle attrezzature ed urbanizzazioni primarie e secondarie di
cui quel terreno avrà bisogno per essere utilizzato per costruzioni
residenziali.
(per urbanizzazioni primarie si intendono strade,
fogne, linee di elettricità e gas, linee di trasporto pubblico; per
urbanizzazioni secondarie si intendono i servizi di ordine superiore, scuole,
ambulatori, poste, etc).
Quindi in pratica a spese dell'Ente Pubblico,
e quindi della collettività, si creava un immenso valore aggiunto a favore del
Privato proprietario del terreno di periferia estrema, pagato due soldi, ed ora sopravvalutato in
forza di un enorme profitto di partenza essendo divenuto costruibile e già
ricco di servizi.
E gli Architetti
spesso sono stati professionisti conniventi ed indulgenti, mordendosi tra di
loro per accaparrarsi le briciole dell'immane speculazione.
Nascevano così quegli orrendi quartieri
dormitorio creati da "palazzinari" incalliti di professione delle
periferie urbane:
i quartieri
degradati di Roma, cuore del potere, di tanti nomi noti: Genghini, Marchini,
Ciarrapico, Armellini, Mezzaroma, Lamaro, Lodigiani (poi riscattatosi, passando
alle infrastrutture);
le Milano 2, 3,
...n, dell'allora indebitato e adesso nostro attuale Presidente del PDL o Forza
Italia;
società come le
Condotte Acqua, la Salini, la Cogefar (gruppo Fiat), la Cambogi.
Abbiamo visto che grande
occasione mancata (al fine della industrializzazione dell'edilizia in
termini di più ampia e moderna tecnologia) sia stata la realizzazione di
programmi di edilizia economica e popolare, progetti PEEP all'interno della
legge 167 e successive;
o quelli realizzati da cooperative, bianche o
rosse che siano;
e addirittura i programmi dei peggiori
palazzinari, che comunque potevano essere una occasione (appunto mancata) di
una modernizzazione del "fare edilizia".
D'altronde in tutte le altre branchie
dell'industria il capitale privato è stato promotore ed artefice di ricerca, di
innovazioni, di scoperte, di invenzioni: l'evoluzione della specie, funzionale
ed estetica, dalla carrozza all'automobile, in Italia è stata la Fiat a
gestirla e portarla a buon termine;
l'evoluzione
dall'automobile, intesa come pezzo di ferro capace di trasportarci, alla
tecnologia aerospaziale ed aerodinamica dell'automobile di ultima generazione,
è passata attraverso la formula uno, e quindi della ricerca di casa Ferrari, ma
anche di casa Lamborghini, Bertone, Pininfarina, Abarth, etc. ... ed ancora,
l'evoluzione della specie dalla macchina da scrivere ispirata al Vittoriano (il
“pisciatoio di lusso”), alle più
moderne macchine intelligenti, è passata attraverso la ricerca delle Olivetti,
e quindi dei Di Benedetto, quindi ancora del capitale privato.
E quindi
l'investimento in ricerca ha prodotto in seguito grandi utili.
Solo in edilizia tutto ciò non è avvenuto,
anche se una enormità di capitali sono stati investiti nella crescita selvaggia
delle città sotto la pressione demografica e la speculazione edilizia: da
nessuna parte si producono cellule abitative carrozzate Bertone, perchè
l'industria edile, con fare ottuso ed oscurantista, non ha mai investito in tal
senso;
mentre in campo automobilistico ogni accessorio
viene integrato nella struttura della scocca in quanto il tutto è sottoposto ad
un processo produttivo a progettazione integrale, in edilizia ogni accessorio
viene aggiunto e posizionato in maniera episodica e casuale, e quindi con
conseguenze antifunzionali ed antiestetiche: gli elettrodomestici sono
appoggiati dovunque alla rinfusa, forse assemblati insieme o con soluzioni ad
incasso, ma comunque sempre a-posteriori e post-progettati in aggiunta alla
struttura;
i mobili, i letti, i sanitari, i termosifoni,
i condizionatori, sono sempre oggetti aggiunti; anche il televisore, che nelle
automobili è ormai come il tom-tom incassato nel quadro comando, è aggiunto:
solo ora, con l' LCD ultrapiatto, questo può apparire un quadro sul muro, ma
comunque è aggiunto e appoggiato, e non integrato.
Addirittura
gli impianti vengono progettati a posteriori rispetto alla struttura
principale, e ad essa poi vengono adattati, casomai sotto traccia, ma non fanno
parte di una progettazione unitaria ed integrale.
Ma anche fatti estetici e di spazio ergonomico:
nelle automobili gli spigoli non sono spigoli, ma nervature curve, il tetto non
è piano come invece in maniera categorica è piano il soffitto nella stragrande
maggioranza delle abitazioni; i vetri sono curvi e sfumati, addirittura alcuni
sono fotocromatici e fotosensibili, si muovono con il cenno di un dito su un
pulsante, nelle automobili; in edilizia, rigorosamente trasparenti,
rigorosamente piatti, rigorosamente rettangolari, da aprire a mano con una
maniglia antidiluviana; le portiere hanno le cerniere a scomparsa, nelle
automobili; nelle case, rigorosamente a vista, del tipo preistorico con tondino
in alloggiamento cilindrico esterno.
Ma il più grave è la non flessibilità degli
spazi, che crescano e si modifichino a seconda delle diverse esigenze
sopravvenute, delle diverse funzionalità tra giorno e notte, della diversa
consistenza familiare;
più
grave è la non aggiungibilità degli spazi e delle funzioni;
la non ripetibilità per una sana produzione
industriale e di serie in grandi quantità.
Un giorno facevo questi discorsi, ed un mio
interlocutore mi disse: "meno male, altrimenti sarebbero tutte uguali, le
abitazioni".
Ed io replicai: "girati intorno, e dimmi
quante macchine vedi, e se ne vedi una uguale all'altra; e dimmi invece se vedi
abitazioni diverse da una sommatoria di cubi 4x4x3 nel migliore dei casi, o
meglio, 3x3x3, tutte uguali".
Continueremo
questo ragionamento.
Qui desidero solo sottolineare provocatoriamente che. per assurdo,
anche la peggiore "speculazione edilizia", nonostante tutto, si
potrebbe considerare una occasione mancata:
aveva una
carica ed un potenziale (l’enorme dimensione, creata dalla enorme pressione
demografica, ormai esaurita e che forse non ci sarà mai più, almeno nel
prossimo futuro) che non ha saputo o voluto sfruttare, (aggravandone
l’aberrazione, il tutto con me consapevole e ben sapendo di stare a dire
un’eresia, o, peggio, una bestemmia), come è purtroppo avvenuto anche con i
tanti interventi di edilizia economica e popolare tipo 167, che erano
accomunate dalla enorme dimensione di metri cubi di abitazioni gettate sul
mercato.