CAPITOLO 0 - SONO UN ARCHITETTO PENTITO
9 - UN EDIFICIO E' BRUTTO? PORTATELO DAL
CARROZZIERE
Abbiamo
parlato di sovrastrutture da applicare agli edifici per produrre un
"valore aggiunto" rispetto a temi energetici, di impiantistica,
strutturali: i tetti, i lastrici solari,
ma anche i prospetti degli edifici, devono essere tutti pensati come superfici
portanti impianti di trasformazione di energia eolica; o pensati captanti
irradiazioni solari, e loro trasformazione in energia, per diminuire il proprio
fabbisogno energetico proveniente dalla rete; negli edifici esistenti, tali
superfetazioni non devono essere pensate come una
8 - IL MOSTRO
EMERGENTE: CENTRO POMPIDOU
A PARIGI
Nel Capitolo precedente abbiamo lanciato "per assurdo" uno
straordinario ed aberrante paradosso:
“che addirittura anche l'attività di "speculazione edilizia", pur
nella sua aberrante realtà e
definizione, è stata comunque una ennesima occasione mancata per
l'ammodernamento della progettazione e della produzione dell'industria edile”.
In pratica, ogni concentrazione di esecuzione
di grandi quantità industriali, ha permesso in qualsiasi branchia di attività
una razionalizzazione dei sistemi di produzione, una loro meccanizzazione ed
automazione, una tecnolocizzazione e una evoluzione in una sfera di realtà
intelligente: dappertutto, tranne che in edilizia; e non solo in Italia, ma
anche in Europa e nel mondo;
tranne isolati episodi di alcune creazioni cosiddette "di
avanguardia" ed utopiche, futuribili e da alcuni ritenute demenziali; mentre
contemporaneamente nelle altre branchie industriali tutto ciò non è né utopico
né di avanguardia, anzi completamente attuale, consolidato nella cultura
progettuale di ingegneria e di design.
In pratica anche il più "bieco capitalismo" ha cavalcato l'astro del mito
tecnologico ed artificialmente intelligente, del design globale, della
progettazione integrale, realizzando opere in tutti i settori industriali
di funzionalità, affidabilità e bellezza astrale;
e quindi per assonanza anche la più "bieca speculazione edilizia", ma
anche la Legge 167, le cooperative rosse o bianche che siano, l'edilizia
economica e popolare nel suo complesso, etc. avrebbero potuto cavalcare l'astro
del mito progettuale tecnologico ed artificialmente intelligente, del design
globale, della progettazione integrale, etc.
Ma non lo ha fatto. Non lo ha fatto per deficit di lungimiranza degli operatori
economici, che non hanno investito nella ricerca;
per dimenticanza del tema "abitazione" nell'industria collaterale
soprattutto per quanto riguarda la evoluzione di tecnologia dei materiali
(chimica soprattutto, fisica, mineralogia, etc.); per arcaicità di cultura (per
non dire incompetenza) dei progettisti del campo, (architetti ed ingegneri).
Questi ultimi hanno forse cavalcato l'onda
del monumento emergente, del mostro iper-tecnologico e post-industriale, del
pezzo unico che proietta l'autore nella leggenda della storia, ma non
l'onda dell'Habitat dove l'uomo vive.
Qui trovate un monumento eccezionale ed
estremo di questa cultura: CENTRO POMPIDOU A PARIGI, un numero
1.
Un grande Renzo Piano, con una
architettura high-tech un po' datata (1971/77), nel suo equivoco tra opera provvisionale o definitiva.
Un'apoteosi di tubazioni da archeologia industriale proiettata nel futuro; il riscatto alla valenza estetica della impiantistica e della struttura estrema; opere provvisionali e temporanee assurte ad elemento costruttivo definitivo; una continuità ideale di nervature siderurgiche tra interno ed esterno.
Le immagini parlano da sole.
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