giovedì 21 maggio 2015

CAPITOLO 0 - SONO UN ARCHITETTO PENTITO

  9 - UN EDIFICIO E' BRUTTO? PORTATELO DAL CARROZZIERE

  Abbiamo parlato di sovrastrutture da applicare agli edifici per produrre un "valore aggiunto" rispetto a temi energetici, di impiantistica, strutturali: i tetti, i lastrici solari, ma anche i prospetti degli edifici, devono essere tutti pensati come superfici portanti impianti di trasformazione di energia eolica; o pensati captanti irradiazioni solari, e loro trasformazione in energia, per diminuire il proprio fabbisogno energetico proveniente dalla rete; negli edifici esistenti, tali superfetazioni non devono essere pensate come una
8 - IL MOSTRO EMERGENTE: CENTRO POMPIDOU A PARIGI

  Nel Capitolo precedente abbiamo lanciato "per assurdo" uno straordinario ed aberrante paradosso: “che addirittura anche l'attività di "speculazione edilizia", pur nella sua aberrante realtà e definizione, è stata comunque una ennesima occasione mancata per l'ammodernamento della progettazione e della produzione dell'industria edile”.
  In pratica, ogni concentrazione di esecuzione di grandi quantità industriali, ha permesso in qualsiasi branchia di attività una razionalizzazione dei sistemi di produzione, una loro meccanizzazione ed automazione, una tecnolocizzazione e una evoluzione in una sfera di realtà intelligente: dappertutto, tranne che in edilizia; e non solo in Italia, ma anche in Europa e nel mondo;
  tranne isolati episodi di alcune creazioni cosiddette "di avanguardia" ed utopiche, futuribili e da alcuni ritenute demenziali; mentre contemporaneamente nelle altre branchie industriali tutto ciò non è né utopico né di avanguardia, anzi completamente attuale, consolidato nella cultura progettuale di ingegneria e di design.

  In pratica anche il più "bieco capitalismo" ha cavalcato l'astro del mito tecnologico ed artificialmente intelligente, del design globale, della progettazione integrale, realizzando opere in tutti i settori industriali di funzionalità, affidabilità e bellezza astrale;
  e quindi per assonanza anche la più "bieca speculazione edilizia", ma anche la Legge 167, le cooperative rosse o bianche che siano, l'edilizia economica e popolare nel suo complesso, etc. avrebbero potuto cavalcare l'astro del mito progettuale tecnologico ed artificialmente intelligente, del design globale, della progettazione integrale, etc.
  Ma non lo ha fatto. Non lo ha fatto per deficit di lungimiranza degli operatori economici, che non hanno investito nella ricerca;
  per dimenticanza del tema "abitazione" nell'industria collaterale soprattutto per quanto riguarda la evoluzione di tecnologia dei materiali (chimica soprattutto, fisica, mineralogia, etc.); per arcaicità di cultura (per non dire incompetenza) dei progettisti del campo, (architetti ed ingegneri).
  Questi ultimi hanno forse cavalcato l'onda del monumento emergente, del mostro iper-tecnologico e post-industriale, del pezzo unico che  proietta l'autore nella leggenda della storia, ma non l'onda dell'Habitat dove l'uomo vive.
  Qui trovate un monumento eccezionale ed estremo di questa cultura: CENTRO POMPIDOU A PARIGI, un numero 1.
  Un grande Renzo Piano, con una architettura high-tech un po' datata (1971/77), nel suo equivoco tra opera provvisionale o definitiva.


 Un'apoteosi di tubazioni da archeologia industriale proiettata nel futuro; il riscatto alla valenza estetica della impiantistica e della struttura estrema; opere provvisionali e temporanee assurte ad elemento costruttivo definitivo; una continuità ideale di nervature siderurgiche tra interno ed esterno. 
  Le immagini parlano da sole.


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